Nel 2022 il comparto legato al legno ha mostrato numeri positivi in un anno complicato, facendo emergere una grande resilienza della filiera: lo scorso anno si è dimostrato nel complesso un periodo positivo, chiuso in crescita del 12,6% rispetto al 2021.
Fanno registrare un segno positivo anche il Macrosistema Arredamento (+11%), il Macrosistema Legno (+14,3%) e il Commercio legno (+15%). Un aumento dei profitti che non allontana però le preoccupazioni per il futuro della filiera.
I dati del mercato italiano nel 2022
Nel 2022 il mercato italiano ha fatto registrare +12,2%, grazie in particolare al contributo positivo di diversi comparti, primo fra tutti quello delle finiture per edilizia: porte, finestre, pavimenti in legno.
Le esportazioni crescono del 13,3% rispetto all’anno precedente, contribuendo per il 37% degli introiti della filiera. L’export del comparto legno-arredo ha visto la crescita più significativa verso gli Stati Uniti (+25,5% – €1,9 miliardi), seguiti Francia (+8% – €2,4) e Germania (+5,3% – €1,4 miliardi), per un totale di €15,3 miliardi.
A preoccupare la filiera è il 2023, su cui regna l’incertezza, anzitutto perché la mole di ordini chiusi dalle aziende nel 2022 non è paragonabile a quello del 2021: oggi si è ridimensionata la richiesta, ma era prevedibile che avvenisse perché i ritmi di crescita avuti nel 2021 si devono leggere come risultati eccezionali e non semplicemente ripetibili.
La filiera è cresciuta dal 2019, quando ha chiuso l’anno con circa €48 miliardi di fatturato
Nel 2022 ha toccato quota €56,6 miliardi, anche se la crescita del 2022 che ha fatto registrare +12,7% rispetto al 2021, che a sua volta aveva già chiuso con un +14% rispetto al 2019. Il +14% del 2021 è stato un incremento quantitativo per l’80% e per il 20% di prezzo, sebbene gli aumenti di materie prime e semilavorati fossero già iniziati durante la primavera. I nostri produttori avevano scommesso sul fatto che i prezzi sarebbero scesi entro la fine dell’anno. Per questo motivo hanno atteso prima di aumentare i listini. Lo scoppio della guerra a febbraio del 2022 ha costretto le aziende della filiera a incrementare nuovamente i prezzi tra il 15% e il 25% a causa degli aumenti di energia e materie prime.
Il risultato positivo del 2022 è frutto principalmente di questi rincari ma l’aumento della quantità è molto risicato sebbene il risultato straordinario del 2021 sia stato riconfermato. Preoccupa però il 2023, poiché il carico di ordini con cui le aziende hanno chiuso il 2022 non è paragonabile rispetto all’anno precedente.
Il settore energetico
La Sostenibilità è una grandissima occasione per le aziende che trattano la biomassa di sfruttare il rinnovamento delle logiche economiche.
Fino a poco tempo fa vivevamo in una condizione di consumismo di materie prime e energia infinite e a basso prezzo ma forse è il momento di tornare alle pratiche virtuose che fanno capo alle generazioni precedenti e la sostituzione di alcune fonti è oggi l’unico modo per riuscire a rendersi indipendenti. Le aziende della filiera, facendo parte della società, devono farsi carico di questa responsabilità sociale trasformando il modo di fare impresa; per questo motivo, la transizione è una grande occasione per andare incontro ad un mercato in cui sempre più consumatori scelgono prodotti che seguono criteri di produzione che diano attenzione all’ambiente.